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PROGETTI ARTISTICI

ANAHATA

ANAHATA

Progetto di Marta Brunato e Lorenzo De Simone

Cosa ci rende UMANI? Cosa significa guardare negli occhi? Ascoltare con attenzione? Capire lo stato d'animo, le paure e le gioie dell'altro? Che cos'è la condivisione? Esistono ancora la comprensione e la capacità di prendersi cura dell'altro? È più semplice con chi ci è vicino? Lo sconosciuto ha le stesse caratteristiche umane di un amico? Dove è finita la leggerezza di uno scambio umano sensibile e delicato? L'abbiamo mai provata? È possibile oggi? Quale è il ruolo del corpo in questo processo? Che peso ha la rarefazione dei contatti concreti, fisici, reali nella spersonalizzazione?

Il progetto nasce con l’intento di indagare ciò che progressivamente si sta perdendo nella nostra odierna società: la capacità di un incontro Empatico con l’Altro. Un incontro vero, profondo, fatto di rispetto, educazione. Oggi tendiamo a sfuggire all’altro, al suo sguardo, ai suoi gesti e al suo contatto. Spesso il contatto è filtrato dalla tecnologia, telefoni, chat, social, che obbligano ad una comunicazione fredda dove le emozioni e i messaggi fisici restano nascosti al nostro interlocutore. Attraverso questo progetto, vogliamo ritornare all’essenza di ciò che definisce l'”UOMO”: la necessità di incontrare l’Altro, di saperlo accogliere, di stare con lui, di saperlo osservare senza giudizi o stereotipi. Guardare con gli occhi, osservare con il corpo, entrare in relazione fisica, attraverso gesti semplici, ma veri e vivi. Per ritornare a scoprire ciò che è stato perso è necessario ri-sperimentare l’importanza e la profondità dell’azione. Il corpo sarà la nostra guida più arcaica e primitiva che ci aiuterà a ritrovare quella capacità Empatica necessaria per reincontrare l'Altro: gli occhi che guardano, i gesti più semplici, il tocco, le sensazioni corporee, lo spazio, il tempo e la presenza dell’Altro.

La ricerca compositivo-coreografica e laboratoriale parte proprio da questi concetti e si pone come obiettivo di ritrovare e riscoprire la bellezza dell’incontro, sottolineando come il ritorno all’essenza dell'azione concreta permetta di riscoprire il senso profondo di ciò che ormai non c’è più o si da per scontato.

Il lavoro sull’empatia ci suggerisce la ricerca di una forma di contatto leggera, sensibile e cutanea dalla quale sviluppare una nuova forma di contatto e di relazione con l’altro e che ci apra alla costruzione di una tecnica nuova.

Il progetto prevede sia una presentazione al pubblico, che metta in luce la ricerca che questo tema produce nei corpi, sia laboratori esperienziali che consentano a qualsiasi persona di poter ritornare a praticare quello che oggi è sempre meno presente: incontrare l’Altro, non in modo superficiale ed effimero, ma vero e profondo. Infatti, ciò che si tenterà di fare è di non incontrare “l’altro” con la “a” minuscola, ma “l’Altro” con la “A” maiuscola, cioè fare esperienza di un incontro sincero.




LABORATORI

I laboratori hanno l’obiettivo di potenziare e stimolare l’empatia e la capacità di imparare nuovamente a costruire relazioni con gli altri. Essi, attraverso linguaggi diversi, vengono proposti sia a bambini che ad adulti. Alla base della costruzione e conduzione di questi percorsi, ci si avvale di discipline diverse: psicologia, pittura, danza e musica.

L’empatia è la capacità di vedere e provare una situazione con le emozioni che sta vivendo un’altra persona, di assumerne il punto di vista, nella consapevolezza che tuttavia tale esperienza non è la nostra, ma quella di un altro. È una capacità fondamentale per la costruzioni di relazioni interpersonali positive e la promozione di comportamenti prosociali. Uno degli autori più importanti sull’empatia è Hoffmann (2001). Attraverso i suoi studi, ha individuato delle tappe di sviluppo della responsività empatica che partendo dalla co-fusione tra sé e l’altro (tra i primi mesi di vita), raggiunge la consapevolezza della permanenza dell’oggetto (a circa due anni), assume la prospettiva psicologica dell’altro (seconda infanzia) fino al formarsi del senso dell’identità dell’altro.

Attraverso proposte corporee mirate, cercheremo di ripercorrere le tappe evolutive dello sviluppo dell’empatia aiutando i partecipanti ad entrare in contatto con la propria competenza empatica. Per fare questo, sosterremo la nostra pratica attraverso l’uso della pittura e dei segni grafici: il colore, il segno visibile, la tela disegnano limiti che ci aiutano a percepire e tracciare i tratti della nostra personalità, ad entrare in contatto con le nostre emozioni e ad evidenziare i nostri confini così da definire il senso dell’identità proprio ed altrui. La differenziazione tra sé e l’altro è l’assunto di base per la costruzione di un’empatia positiva.

Altro tema chiave del progetto è leggerezza intesa come possibilità di costruire relazioni in maniera semplice, spontanea, diretta e corporea (presenza reale e non solo digitale). Relazioni antiche che possano avere un suono delicato o giocoso o gioioso che stimolino incontri autentici, lontani da timbri provocatori, aggressivi e rumorosi che caratterizzano la società odierna. La musica, dunque, sarà il nostro principale alleato per creare un clima comunicativo sensibile e di ascolto.